lunedì 26 marzo 2018

Estratto dal diario di Krazzus Krongender, chierico di Bahamut

Ho passato gli ultimi mesi cercando il male ed il marciume nei posti in cui sono stato, guidato – anzi, obbligato – dalle mie visioni.
Tali visioni, che mi sono state concesse la prima volta dal buon dio Bahamut per dimostrare di poter anche solo immaginare di aspirare alla Guardia d’Argento di Lady Kima, sono diventante così pressanti e presenti da distruggere inesorabilmente ogni mio tentativo di prendere sonno.
Di cosa parlano queste visioni?
Trattasi di visioni orrende, apparentemente senza senso, viscide, buie putrefatte ma anche ruvide e asettiche che porterebbero alla pazzia le menti più comuni. Sembra assurdo che Bahamut possa donare tanto dolore, ma sta andando proprio così.
Di questo Lady Kima ne era a conoscenza, infatti pensavo – speravo – che quella prima volta potesse essere la sola ed ultima, ma così non è stato e l’avermi condannato a vivere una vita sul filo della follia fa crescere in me sentimenti contrastanti sul suo conto. Sento il fuoco generarsi nelle mie viscere, sempre più forte, sempre più caldo, e questo è un bene. Ma avrei preferito un po’ di onestà da parte di Lady Kima. Forse, però, deve andare proprio così, e lo capirò presto.
Al di là di questo, ci tengo a precisare che nelle mie visioni, almeno inizialmente, mi viene mostrato soltanto il luogo in cui devo recarmi per debellare il male che, secondo Bahamut, è lì annidato. Il resto lo apprendo facendo deduzioni (non sempre corrette), indagando approfonditamente sul luogo in cui mi reco e attendendo il seguito delle visioni che non tarda quasi mai ad arrivare. Questo schema, già di per sé lacunoso, ha una ulteriore falla, a mio avviso critica: la volontà e la comprensione di un dio va oltre quella di un qualsiasi essere vivente. Ciò che per Bahamut è “bene”, per me non deve necessariamente esserlo, altrettanto per il concetto di “male”. Questo perché io, pur essendo un essere di larghe vedute, non posseggo una visione totale del tempo, ne ho solo una visione parziale e, inoltre, intaccata da quelli che sono i limiti di un’intelligenza “terrena”. Spesso, quindi, sono stato costretto a compiere azioni terribili che mai avrei compiuto di mia iniziativa, o ad eseguire compiti a mio avviso superflui e senza senso. Ancora oggi mi chiedo il perché di molte mie azioni, ma confido nel fatto che, prima o poi, arriverà una risposta.
L’aspetto più inquietante di queste visioni è la presenza perenne di un “qualcosa”: si muove con le visioni, ne segue il corso ma resta in disparte, come se fosse in attesa. Ne percepisco la presenza perché è pesante, nauseabonda ed ho come l’impressione che si tenga aggrappata alla tela dei miei pensieri: e stringe, contorce, stride, comprime, strappa.

La sua attesa, però, credo sia un’imposizione, decisa da non so chi, dal momento che quando sembra tutto andare per il verso giusto, questa entità tenta di farsi strada in me, premendo sulla tela delle mie visioni.
Da quello che ho potuto osservare, quando le pareti dei miei sogni/incubi venivano deformate da questa presenza, l’essere in questione non ha lineamenti ben definiti, sembra incappucciato ed ha una forma umanoide.
Non è finita qui: nelle mie visioni spesso compaiono, sotto forma di flash, abbagli, anche strane creature non morte demoniache, che rappresentano il Male che deve essere estirpato. Il problema è che la loro non è una rappresentazione grottesca, bensì essa corrisponde esattamente a ciò che sono: dei non morti demoniaci.

Ho quindi girato molto, ho visto tanto ed ho appreso quanto più possibile da ciò che era diverso da me, da quello che ho vissuto.
Adesso sono a Neverwinter, non so perché, sto ancora indagando a riguardo.
Ciò che ho scoperto finora è che proprio lì, nell'alta società di Neverwinter, c’è il marcio che mi attira e che devo assolutamente sradicare. Il problema è che si nasconde davanti agli occhi di tutti. La visione che mi ha tormentato nei giorni scorsi aveva uno sfondo limpido, troppo pulito, e questo è segno che incontrerò profonda ipocrisia.
Che l’avventura continui, con i miei vecchi e nuovi compagni.


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